Riscaldamento autonomo

Riscaldamento autonomo: com'è fatto

La questione del riscaldamento pone spesso di fronte alla difficile scelta tra autonomo e centralizzato: quale scegliere e quali parametri usare per compiere tale scelta? Vediamo brevemente le caratteristiche principali delle due soluzioni. Un impianto autonomo presenta in linea di massima un generatore di calore (generalmente di potenza inferiore ai 35 kW) che consiste nella comune caldaia, una rete di distribuzione del calore (tramite acqua o aria e regolata se necessario da pompe per la corretta circolazione di queste), dei terminali di erogazione che corrispondono ai comuni radiatori posti nei vari ambienti della casa e dei sistemi di controllo e gestione della temperatura come termostati e temporizzatori. Rispetto ad un sistema centralizzato, un impianto autonomo richiede delle minori capacità del sistema per la distribuzione del calore, minori attrezzature ausiliarie e meno spazio. Un sistema centralizzato richiede infatti la collocazione della caldaia in un locale specifico dell'edificio (locale caldaia) con eventuale serbatoio annesso, un sistema di pompe per una circolazione forzata più imponente e un sistema di supporto aggiuntivo per la regolazione locale del calore.
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Come scegliere il proprio impianto autonomo

impianto autonomo Le possibilità di scelta non sono però finite qui. Esistono infatti diverse tipologie di riscaldamenti autonomi e ogni casa ha le sue esigenze. Il sistema descritto nel precedente paragrafo corrispondeva ad un comune impianto con rete di distribuzione; esistono però anche impianti autonomi privi di rete di distribuzione impiegati sia per il riscaldamento dell'intera casa che per un solo ambiente. Entro questa categoria vi sono caminetti a legna, stufe elettriche, a gas, a legna o carbone. La scelta di tali impianti può far pensare a scarsi risultati a livello energetico, ma esistono varianti di vecchi caminetti e stufe capaci di garantire un alto valore prestazionale. Parliamo di termocaminetti e termostufe (a pellet o legna), ottimali sia dal punto di vista energetico che ambientale. Queste soluzioni possono comunque fungere da generatori di calore, cioè essere inseriti in una rete di distribuzione classica che riscalda l'intera abitazione, fornendo un rendimento maggiore rispetto alla vecchie stufe.

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I vantaggi di un impianto di riscaldamento autonomo

Gli interventi di manutenzione sono facilitati in un impianto autonomo A giocare un ruolo importante nella scelta vi sono sicuramente i maggiori vantaggi che un impianto autonomo può apportare. Innanzitutto lo spazio. Un sistema centralizzato richiede infatti l'installazione delle caldaie in un locale con specifiche caratteristiche che garantiscano aerazione e strutture elettriche a norma di legge. Senza dimenticare che se il sistema è più vecchio e utilizza gasolio dovrà essere presente un serbatoio e ciò significa maggiori spese per rifornimento e manutenzione ordinaria e straordinaria. In secondo luogo lo spreco di energia. Un sistema autonomo permette una efficace e continua gestione dei carichi di riscaldamento attraverso un sistema di apparecchiature elettroniche sotto diretto controllo dell'utente. Il termostato e gli apparecchi di programmazione del tempo di attività della caldaia permettono una revisione più precisa rispetto agli strumenti tipici dei sistemi centralizzati. Infine le spese. Parallelamente ad una migliore gestione degli spazi, a minori e più rapidi interventi di manutenzione dell'impianto e maggior controllo del lavoro delle componenti dell'impianto vi è un notevole risparmio in termini economici.


Normativa e sicurezza

Facile regolazione tramite termostato in un impianto autonomo Diamo ora un'occhiata alle regole da seguire per la corretta installazione di un impianto di riscaldamento autonomo. Innanzitutto è importante sottolineare che se state pensando di staccarvi da un impianto centralizzato potete farlo solo in piccole unità abitative (condomini con non oltre 4 utenti) e previa certificazione di non pericolosità rispetto all'impianto generale (legge 220/2012). Gli impianti autonomi devono chiaramente essere installati da tecnici abilitati e devono essere provvisti di un libretto che raccoglie dati tecnici, interventi di manutenzione periodica obbligatori ed eventuali modifiche. Per quanto riguarda invece lo scarico dei prodotti della combustione è obbligatorio, per legge, lo sbocco sul tetto solo per impianti con rete di distribuzione (ne sono quindi esenti stufe o caminetti a legna senza collegamento a radiatori). In ultimo, un suggerimento sempre valido: le prestazioni del proprio impianto dipendono anche ad un buon sistema di coibentazione termica dell'appartamento, dai doppi vetri alle finestre all'utilizzo di specifici materiali nella costruzione di pareti e soffitto.




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