Orchidea

L'Olanda e l'Inghilterra sono state le nazioni che si sono dedicate maggiormente alla coltivazione di questo delicato fiore oggi diffuso in tutto il mondo.

Tuttavia, anche nella civiltà azteca si conosceva questa specie floreale che veniva utilizzata anche per uso alimentare e specificamente, nella preparazione di bevande al caffè o vaniglia adoperando il baccello.

Attorno all'Orchidea esistono anche storie legate alla superstizione popolare infatti i cinesi, associavano questo fiore alla stagione primaverile e lo coltivavano accuratamente per esporlo durante i giorni di festa, come rito propiziatorio per allontanare influssi negativi e per combattere la sterilità.

E' doveroso menzionare che i resti di orchidee furono rinvenuti sul 'Monte Bolca' in prossimità di Verona e pare risalgano a 65 milioni di anni prima.

'De historia plantarum' è un trattato di botanica scritto da Teofrasto, ... continua


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prosegui ... , un famoso filosofo di quel tempo e in alcuni tratti, si descrivono determinate piante con dei tubercoli alle radici.

Sembra che si tratti proprio di orchidee il cui nome deriva da 'Orchis' che in antico greco significa 'testicoli'.

Classificare le orchidee sarebbe un arduo compito visto che esistono generi e specie di elevata quantità

Le più conosciute sono circa 85 ma purtroppo, alcune di esse sono in via di estinzione poiché crescendo spontaneamente, sono soggette a raccolte selvagge da parte di turisti o gente del luogo che le utilizza per venderle. Molte orchidee infatti, nascono spontaneamente nelle zone umide montagnose o in prossimità delle fasce costiere.

Secondo una classificazione biologica le orchidee si suddividono in 'Epifite' e in 'Semi Epifite'.

Le prime utilizzano gli alberi a cui attaccarsi con le loro radici penzolanti. Le loro forme particolari, presentano una sorta di rigonfiamento ricoperto di mucillagine che trattiene le sostanze di cui hanno bisogno per nutrirsi.

Tali sostanze vengono assimilate dalla corteccia dell'albero che hanno come supporto o direttamente dall'atmosfera.

La forma dei fiori di queste specie può essere solitaria e quindi con un solo elemento o con la presenza di varie infiorescenze.

Le più comuni orchidee corrispondenti a questa prima classificazione sono le 'Cymbidium, Cattleya, Vanda, Odontoglossum' e generalmente, si trovano in zone ad alta temperature e con clima umido.

Si parla invece di orchidee semi epifite quando una delle loro condizioni di crescita è il supporto dei rami degli alberi.

Nello stesso tempo però, riescono a sopravvivere in ottimi habitat come rocce coperte da licheni o muschi.

Per una classificazione più corretta di queste specie, bisogna menzionare la dicitura esatta ossia quella di orchidee 'Litofite'.

Vengono dette invece orchidee 'scandenti', quelle provviste di radici aeree che grazie al loro fusto volatile, trovano alloggio in diversi substrati. L'esempio classico è la cosiddetta 'Vanilla'.

Abbiamo visto che le orchidee preferiscono climi tropicali e nel loro habitat naturale, crescono forti e rigogliose.

Tuttavia, alcune specie si possono coltivare anche in casa tenendo conto delle esigenze di cui ha bisogno questo fiore.

E' consigliabile tenere l'orchidea in appartamento solamente quando le temperature sono eccessivamente fredde anche se specie come i 'Cymbidium', non temono gelate e possono tranquillamente restare in giardino anche durante la stagione invernale. Le 'phalaenopsis' e i 'dendrobium'invece, sono specie di orchidee che amano stare al caldo e collocandole sul terrazzo o in giardino quando le condizioni atmosferiche sono rigide, equivarrebbe a farle deperire con conseguente caduta dei petali e produzione di fogliame scolorito.

Gli appassionati di orchidee tropicali possono benissimo coltivarle in casa utilizzando un terrario che consenta ai fiori di vivere in una temperatura ideale.

In genere, tutte le piante di orchidea hanno bisogno di luce e l'ubicazione giusta è quella vicino ad una finestra.

I punti troppo scuri, non permetterebbero alle radici della pianta di ricevere la giusta ossigenazione ed inoltre, la pianta non produrrebbe fiori.

Le orchidee vanno innaffiate abbondantemente ma senza esagerare, ogni 4/5 giorni e il substrato non deve mai essere troppo inzuppato.

L'acqua migliore per effettuare le innaffiature è quella demineralizzata ed è di basilare importanza, tener conto dell'ambiente in cui soggiorna l'orchidea.

Se l'ambiente è troppo umido, conviene diminuire la frequenza dell'innaffiatura ed è meglio posizionare nei vasi, una discreta quantità di argilla espansa.

Ogni 15 giorni, va utilizzato un concime specifico che non contenga un'elevata quantità di sali minerali.


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