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Le case dell'acqua sono un patrimonio pubblico, diritto di tutti poterne usufruire gratuitamente o con pochissimi centesimi di spesa, quando non ricadono sulle tasse pubbliche; dovere di altri mantenerle, con controlli assidui e specifici. Proprio così: mantenere una casa dell'acqua è tutt'altro che una passeggiata. La struttura si basa su un punto di erogazione della rete e, pure essendo un prefabbricato muoverla non è cosa semplice perchè bisogna prestare attenzione ai punti di allaccio. Ha bisogno, inoltre, della rete di acquedotto, quella di fognatura, ed una elettrica, per dare all'acqua quel tocco di frizzantezza e refrigerare la stessa. Inoltre, al di là del servizio per i cittadini, la casa dell'acqua offre dati sulle attitudini dell'utilizzo del bene più comune, statistiche che servono a rilevare le tendenze e i consumi da parte della popolazione.
Parliamo di un'esperienza che potrebbe essere vicina a tanti di voi. In un viaggio a Vicenza, ad esempio, se vi trovate nelle vicinanze, potrete usufruire di una casa dell'acqua a Montorso Vicentino, tra Vicenza e Verona. Un piccolo chioschetto che fornisce acqua naturale o frizzante a chi volesse. Una bella realtà per le persone del posto: sempre pieno, costi ridottissimi, cinque centesimi a litro, indifferentemente per naturale o frizzante, refrigerata o a temperatura ambiente. La meraviglia di queste case dell'acqua è la loro facilità nell'uso, nel regalare un servizio ai propri cittadini, nel dare un bene comune a tutta la popolazione. Una cosa meravigliosa, a mio avviso, per un bene di cui molti, purtroppo, non dispongono. Preservare questo patrimonio mondiale è il nostro dovere più grande, prima che un diritto. Come è giusto che sia.
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