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I cavi elettrici che conducono l’energia ai diversi punti di utilizzo non sono tutti uguali. E’ infatti la superficie che li caratterizza una volta sezionati, o in alternativa la loro larghezza e dunque la lunghezza del diametro, a determinarne la capacità e quindi il tipo di destinazione. Ecco perché il cavo adeguato per l'illuminazione presenta una sezione di 1,5 mm², mentre per alimentare prese riservate a passare corrente a piccoli elettrodomestici, come ad esempio i ferri da stiro, la sezione da prevedere è pari a 2,5 mm². Infine, per forni o altri apparecchi di grandi dimensioni, la potenza maggiore richiede cavi con sezioni di 4 mm². Visto che la semplice osservazione di una presa non permette di sapere qual è la sua portata e con che tipo di cavi è alimentata, è meglio comunque evitare di collegarvi più elettrodomestici contemporaneamente. Questa piccola accortezza eviterà di incorrere in un eventuale surriscaldamento, che se non ad un corto circuito, può portare comunque all'attivazione del salvavita.
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Se la superficie di sezione dei cavi elettrici serve a dimensionarli in modo che la loro portata sia adeguata alla quantità di energia da distribuire, la colorazione è invece fondamentale in caso si debbano maneggiare per lavori di manutenzione o sostituzione. Infatti, quando l'impianto è a norma, i colori delle guaine che ricoprono i fili elettrici si rivelano preziosi indicatori in grado di fornire precise informazioni sul tipo di cavo con cui si ha a che fare. In particolare, stando alla normativa CEI, il colore della messa a terra deve essere giallo-verde. Distinguere questo cavo è fondamentale, considerando che nel malaugurato caso di un contatto con un elemento elettrico non isolato sarà proprio la messa a terra, scaricando la corrente verso il suolo, a proteggere il malcapitato dai rischi di folgorazione. Per quanto riguarda gli altri cavi, il pericolosissimo filo di fase, attraverso cui passa una corrente elevata, è segnalato invece da un rivestimento nero o marrone, mentre il cablaggio neutro è contrassegnato dal blu. Si tratta dunque di tinte da non dimenticare, perché nel caso di un impianto a norma solo conoscendole si potrà lavorare in tutta sicurezza.
I colori dei cavi elettrici degli impianti certificati CEI aiutano a distinguere le varie tipologie di cablaggi, ma come comportarsi di fronte ad impianti un po' datati, realizzati quando ancora non si prevedeva l'applicazione della normativa? In queste occasioni, in mancanza della preziosa guida dei colori, ci si dovrà affidare a strumenti in grado di individuare lo status del filo elettrico e dunque l'eventuale conduzione di corrente, che si può diagnosticare ad esempio tramite il cosiddetto cercafase. Si tratta di un cacciavite, con la stessa forma di quelli presenti nelle cassette degli attrezzi, ma caratterizzato da un manico trasparente con all'interno una resistenza con una lampadina. E' proprio questa lampadina a permettere di controllare i cavi elettrici, in quanto è la sua eventuale accensione a mostrare se un conduttore è sotto tensione o meno e a permettere di distinguere il filo di fase da quello neutro e di terra.
I cavi elettrici possono essere classificati secondo diverse peculiarità. Una di queste è la particolare reazione in caso di fuoco o incendio.
Infatti, quando brucia, l’isolante che circonda il cavo può produrre gas velenosi e corrosivi, eventualità che si è voluta scongiurare almeno per certe destinazioni più "sensibili".E’ questo il motivo per cui per ambienti ad alta densità di persone, come scuole, cinema o ospedali, i cavi utilizzati sono quelli non propaganti l'incendio, che oltre a prevedere una fiamma in grado di spegnersi da sola se non alimentata, sono pensati per produrre una limitata quantità di gas nocivi.Ancora più sicuri sono poi i cavi che oltre a non permettere la diffusione delle fiamme e delle sostanze dannose, in caso di incendio producono fumi non opachi, che consentono la visuale delle vie di fuga. Questo tipo di cavi è riservato a zone di pericolo, come i tunnel, i locali sotterranei e gli ospizi.Infine, i cavi resistenti al fuoco sono quelli che devono salvaguardare l'impianto in presenza di un incendio. Sono usati per le pompe antincendio e i dispositivi di sicurezza, che devono mantenersi attivi per un certo lasso di tempo anche durante un rogo.Il collegamento tra due conduttori è una delle operazioni più frequenti nella manutenzione di un impianto elettrico e ingegnandosi un po' può essere svolta anche dai non addetti ai lavori.
Infatti, soprattutto quando nei cavi transita una corrente a bassa tensione, si tratta di un'operazione piuttosto semplice ed abbastanza sicura, che un po' tutti avranno svolto o visto svolgere almeno una volta nella vita.Ma come si agisce nella pratica? Innanzitutto, la prima cosa da fare è spellare accuratamente i cablaggi, facendo attenzione a non mozzare il filo contenuto all'interno. Dunque, si procederà ad attorcigliare i fili di rame tra loro, per poi proteggerli adeguatamente per mezzo di un nastro adesivo isolante.Un'alternativa più professionale può essere poi quella di dotarsi di nastro di stagno, con il quale avvolgere i due conduttori intrecciati. Dunque, con l'aiuto di una fiamma, si procederà a sciogliere lo stagno, che una volta solidificato rafforzerà il collegamento, da isolare comunque anche stavolta con l'apposito nastro adesivo.
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