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Ma quali sono le principali caratteristiche dei compressori volumetrici e dei turbocompressori? E in che cosa differiscono? È molto semplice: il compressore volumetrico è basato sul prelevamento e la compressione di un fluido, la cui massa viene poi incamerata nella macchina e infine trasferita nell'ambiente di mandata; il turbocompressore, invece, si basa su un sistema in grado di aumentare il volume d’aria presente all’interno di un motore così da garantirne migliori prestazioni. Il primo sfrutta l'azione di alcuni ingranaggi che, ruotando, comprimono l'aria nel condotto di aspirazione; il secondo è formato da due componenti: la turbina, che entra in funzione grazie a gas di scarico ad alta temperatura, e il compressore, che viene azionato contemporaneamente risucchiando l’aria da comprimere a freddo. I compressori volumetrici si dividono a loro volta in alternativi (a pistone o membrana) e rotativi (a palette, a vite elicoidale, a lobi). I turbocompressori si dividono, invece, in centrifughi e assiali.
Tra i compressori volumetrici, i più diffusi sono quelli alternativi, funzionanti mediante pistone o membrana. Nel primo caso, il macchinario è costituito da un cilindro all'interno del quale scorre un pistone con moto alternato. Il cilindro è chiuso nella parte superiore dalla testa e tra testa e pistone si trova una piastra con due fessure munite di valvole, una di mandata ed una di aspirazione. Nei compressori a membrana, invece, il pistone è separato dall'aria da una membrana. I compressori rotativi sono impiegati nel caso in cui la pressione finale non debba superare gli 8-10 bar. Oltre a concedere prestazioni inferiori, hanno anche minore durata a causa dei forti attriti e della conseguente usura dei materiali, anche se il loro rendimento resta elevato. Quelli a lobi servono unicamente a trasferire fluido tra due ambienti a diversa pressione, mentre quelli a vite sono composti da due elementi elicoidali che, ruotando incamerano aria e riducono il volume della camera generando l'aumento di pressione. Nei compressori a palette, queste ultime sono spinte da alcune molle e scivolano lungo le pareti della cavità.
Se i compressori volumetrici trovano largo impiego sia in ambito domestico che lavorativo, i turbocompressori sono utilizzati unicamente a scopi industriali. Infatti, a differenza dei primi, che servono tanto ad effettuare semplici operazioni come gonfiare ruote, quanto a verniciare o azionare piccole macchine, i secondi hanno lo specifico scopo di sovralimentare un motore endotermico, come quelli di autotrazione. Quelli centrifughi sono costituiti da un disco palettato che, ruotando ad alta velocità, genera forza centrifuga permettendo all'aria di essere aspirata ed accelerata radialmente; in quelli assiali, invece, il fluido scorre parallelamente all'asse di rotazione mentre si comprime. In entrambi i casi, esso viene montato sui motori con sistemi ad iniezione o con carburatori per limitare la dispersione di carburante lungo le pareti dell'impianto d'alimentazione. Hanno due lati: uno caldo (turbina) e uno freddo (compressore), rispettivamente utili alla raccolta di energia e alla compressione dell'aria da immettere nel collettore del motore.
I vantaggi che un compressore può garantire sono innumerevoli, così come i suoi ambiti di utilizzo e le sue funzioni. Oltre ad aver reso più rapido il gonfiaggio di pneumatici, gomme e camere d'aria di vario tipo, è infatti utilizzato per azionare pistole a spruzzo per la verniciatura, macchinari a vapore per la pulizia della casa, martelli pneumatici, levigatrici orbitali, utensili per avvitare o svitare bulloni, ma anche per sturare sanitari, segare e scalpellare. Per quanto concerne i turbocompressori, la loro principale funzione è quella di implementare la potenza dei motori delle automobili consentendo di immettere nella camera di scoppio un maggior quantitativo di miscela aria/benzina o aria/gasolio, assicurando così maggiori prestazioni. In questo caso sono molto diffusi i sistemi combinati, ossia quelli costituiti da più turbocompressori associati a compressori volumetrici di piccole dimensioni.
Acquistare il compressore ideale per soddisfare le nostre esigenze non è sempre così facile. In primo luogo bisogna tener presente l'utilizzo che se ne andrà a fare e scegliere di conseguenza un macchinario adeguato. Se dovete semplicemente tenerlo in garage per gonfiare la camera d'aria della bicicletta potete scegliere tranquillamente un mini-compressore a pistone portatile, il cui prezzo si aggira intorno ai 50-60 euro. Se, invece, volete usarlo anche per gonfiare le ruote dell'automobile, è consigliabile l'acquisto di un compressore con una capacità di almeno 25 litri al costo medio di 100 euro. Nel caso in cui usiate il compressore per lavoro (ad esempio in officina o per azionare macchinari dalla discreta potenza) la scelta dovrà orientarsi su strumenti di maggiore rendimento (dai 50 litri in su, con prezzi oscillanti tra i 400€ e gli 800€). Oltre alla capacità dei litri, sarà bene verificare sempre la pressione in uscita, che dovrà essere idonea al lavoro in via di svolgimento. Il consiglio è quello di lasciarsi consigliare sempre dal venditore, in questo caso il ferramenta, l'addetto al reparto fai da te del centro commerciale o del negozio di bricolage.
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