Gli apporti idrici nella coltivazione fave sono particolarmente importanti, specialmente in quelle regioni in cui la siccità la fa da padrona in determinate stagioni dell'anno. Questo non vuol dire assolutamente che gli apporti di acqua devono essere eccessivi. Importantissimo essere sicuri che non si creino ristagni idrici che portano le radici ad ammuffirsi favorendo la morte delle piante in poco tempo. Le annaffiature vanno evitate quanto più possibile nei momenti contraddistinti da gelate in quanto proprio in questo periodo le radici potrebbero risentirne in maniera negativa con conseguenze che sarebbero irrimediabili. Effettuare la semina stessa durante l'inverno permette di poter approfittare della pioggia per il soddisfacimento delle necessità idriche delle piante. Importantissimo prestare la massima attenzione durante le fioriture.
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Nella coltivazione delle fave la concimazione non assume particolare importanza in quanto non occorre utilizzare fertilizzanti che sarebbero controproducenti. Le fave stesse, infatti, concimano il terreno in cui vengono seminate. Diverse sono le tipologie di malattie che possono colpire le piante delle fave. Si tratta, particolarmente, dei cosiddetti "afidi", parassiti che infestano le cime delle piante causandone l'inevitabile deperimento. Il "tonchio" infesta le piante mangiandone sia le foglie che il germoglio. Fastidiose le macchie nere che si manifestano tanto sul seme che sul baccello, malattia conosciuta come "antracnosi". La modalità migliore per evitare la prolificazione delle malattie è la pulizia periodica dalle erbacce, tenendo pulito il terreno che circonda le piante. Nel caso di contagio grave, l'unica soluzione è il trattamento chimico.
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