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Di crescita progressiva e non repentina, l'Helleborus potrà normalmente toccare dimensioni massime di 60 cm all'incirca. Pur non propriamente esigente in fatto di terreno, prediligerà una terra acida, poco compatta e perfettamente drenata, a cui andranno opportunamente aggiunte sufficienti quantità di materiali ghiaiosi e torbosi. Se sistemato in vaso, nel periodo primaverile dovrà essere regolarmente sottoposto ad opera di rinvaso, almeno ogni biennio, al fine di assecondare la crescita del sistema radicale. Le sue radici, difatti, tendono a svilupparsi specialmente in profondità e la carenza di spazio può comportare un rapido appassimento della pianta. Operazioni di potatura, invece, non si renderanno necessarie, risultando bastevole l'attenta rimozione di tutte le parti logorate o avvizzite.
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La variopinta pianta ornativa non presenta esigenze di rilievo in ordine all'assunzione dei dovuti e indispensabili nutrienti. La concimazione, in ogni caso, andrà concentrata nella stagione autunnale e invernale, con frequenza bimestrale, e sospesa del tutto nella fase di riposo vegetativo. Si utilizzerà di preferenza fertilizzante organico a natura solida, granulare dal rilascio graduale e programmato, ma potrà essere somministrato anche quello liquido, diluito nell'acqua di abituale annaffiamento, con cadenze ovviamente più ravvicinate. Il fertilizzante da adottare dovrà essere specifico per Helleborus o, comunque, indicato per piante fiorite, e contenere la lieve predominanza delle componenti potassiche e fosfatiche rispetto alla residua macrocomponente azotata, oltre al corredo degli importanti micronutrienti, come ad esempio il magnesio.
Questa erbacea perenne andrà collocata in un habitat luminoso e parzialmente ombroso, con misurata e non eccessiva esposizione agli irraggiamenti del sole, specie nei periodi caldi. Rustica e resistente, non patirà le avverse condizioni termiche e i geli e i rigori invernali sino a molti gradi sottozero. L'Helleborus, infine, potrà essere sporadicamente colpito da qualche insetto o parassita, in primis gli afidi, da combattere attraverso l'impiego di idoneo insetticida, oppure interessato da perniciose affezioni fungine, quale la ticchiolatura. Trattasi di una patologia che cagiona l'ingiallimento e poi lo scurimento a macchie del fogliame, che in breve avvizzisce e si dissecca. Il contrasto avviene riducendo opportunamente l'umidità ambientale ed usando un apposito anticrittogamico a composizione cuprica.
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