Le Orchidee Vanda amano l'umidità e le alte temperature: per questo, il luogo ideale per la loro coltivazione è un recipiente appeso ad una certa distanza dal terreno. Questa altezza consente alle radici della pianta di assorbire il calore e l'umidità direttamente dall'atmosfera. L'apparato radicale di queste orchidee, infatti, è composto da lunghe escrescenze carnose che si dipartono dal fusto e crescono liberamente a contatto con l'aria. Per assecondare al meglio la crescita della pianta, quindi, è necessario utilizzare una modica quantità di terriccio e disporlo in modo da non soffocare le radici; è importante scegliere un contenitore leggero e ben aerato, come un cestino o un cassettina in legno. Poichè la fioritura è abbondante in tutte le stagioni, la concimazione deve essere effettuata con molta frequenza durante l'anno.
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Tutte le varietà di Orchidee Vanda amano l'esposizione in piena luce: in un ambiente poco luminoso, infatti, queste piante non fioriscono. Questa pianta predilige un clima caldo ma ben ventilato: la temperatura ideale, quindi, oscilla fra i 20 e i 30 gradi in estate e fra i 12 e i 18 gradi in inverno. Una buona ventilazione nel periodo estivo impedisce alle foglie di inaridirsi. L'Orchidea Vanda, inoltre, necessita di irrigazioni abbondanti e frequenti che le garantiscano un livello di umidità ottimale; in estate, in particolare, è utile nebulizzare le piante una o due volte al giorno utilizzando acqua tiepida priva di calcare. La concimazione va effettuata una volta alla settimana con un prodotto a base di azoto, fosforo e potassio; durante l'operazione il terreno deve essere bagnato in modo da evitare un'eccessiva concentrazione dei sali minerali. Questa tipologia di orchidea soffre i rinvasi in modo particolare: al momento della piantumazione, quindi, è consigliabile optare per un contenitore molto grande.
In condizioni non ottimali, le Orchidee Vanda sono esposte a malattie di vario tipo. Fra i parassiti più comuni ci sono la cocciniglia, gli afidi, gli acari e il ragno rosso. La presenza di questi insetti è solitamente rilevabile attraverso l'aspetto delle foglie: in caso di infestazione, infatti, la superficie fogliare appare macchiata o ingiallita. Successivamente, le foglie si accartocciano e cadono. Nei casi meno gravi è possibile intervenire trattando le foglie con alcol; qualora l'infestazione sia ad uno stato molto avanzato si può procedere rinvasando la pianta e sostituendo completamente il substrato. I ristagni di umidità dovuti ad un eccesso di irrigazione o ad una scarsa ventilazione possono causare i marciumi: si tratta di malattie fungine che colpiscono le radici e le foglie causando la rapida morte della pianta. Il marciume nero, in particolare, insorge spesso negli ambienti caratterizzati da una bassa temperatura e da una elevata umidità. L'eliminazione delle sezioni infette e l'uso di un prodotto antiparassitario possono risolvere questo problema.
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