Saldatura a stagno

A cosa serve la saldatura a stagno

Effettuare una saldatura può apparire a prima vista difficile anche per coloro che hanno una certa dimestichezza con il fai da te. In realtà non è così difficile ed esistono tecniche che possono essere tranquillamente messe in atto anche dai meno esperti. Una di queste è senza dubbio la saldatura a stagno. Con questa operazione chiunque può riuscire ad unire due parti in metallo grazie alla fusione di un terzo elemento (stagno) fuso e collocato lungo la linea di giunzione. Per fondere lo stagno viene utilizzato un saldatore, che permette di portare alla temperatura desiderata il metallo da fondere, grazie alla punta di rame che viene riscaldata da un'apposita resistenza. La lega di stagno portata allo stato liquido, si deposita sulla linea che congiunge i due pezzi da unire. Una volta solidificata la brasatura risulterà finita ed avremo un unico componente ben saldato.
Fase di saldatura a stagno

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Quando utilizzare la saldatura a stagno

Operazione di saldatura a stagno Pur trattandosi di una tecnica abbastanza semplice ed adatta anche ai meno esperti, la saldatura a stagno non può essere utilizzata su tutti i tipi di metalli. Questa particolare operazione di unione dei metalli risulta infatti perfetta per unire due parti in rame, in stagno, in ottone, in alluminio, in piombo e tutti i materiali zincati. Non è invece adatta per collegare tra loro due parti in acciaio o ferro, per le quali occorrerà ricorrere ad altre tecniche di saldatura. In base alla tipologie di metalli da unire può essere indicato un saldatore oppure un altro. In commercio ne esistono infatti vari modelli e la scelta dipende prevalentemente dal tipo di lavoro da eseguire. Uno dei prodotti maggiormente diffusi è il saldatore a pistola, particolarmente indicato per i piccoli lavori fai da te.

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Modelli di saldatori più diffusi

Saldatore a pistola Utilissimo e molto diffuso tra coloro che sono alla ricerca di un prodotto ideale per effettuare piccoli lavoretti in casa, il saldatore a pistola è molto simile nella forma ad un trapano. Dotato di filo deve essere collegato alla presa elettrica. Particolarmente sicuro grazie ad un pulsante che lo aziona, consente di fondere il metallo di unione attraverso una punta in lega di rame. Alcuni modelli permettono di regolare la temperatura della punta, che per i lavori generici dovrà essere intorno ai 60W. Per effettuare saldature su componenti elettronici la potenza dovrà invece essere notevolmente inferiore (15W) per non compromettere i circuiti interessati dall'operazione. In commercio è possibile trovare anche saldatori a batteria, perfetti per eseguire lavori in luoghi all'aperto o lontano dalle prese di corrente. La durata dei lavori dipende in questo caso dalla carica della batteria. Per i lavori di precisione meglio optare per un saldatore a matita, con la punta sottile e di grandezza pari ad una stilo.


Saldatura a stagno: Operazioni preliminari per la saldatura a stagno

Saldatore a matita Perché la saldatura a stagno presenti un buon aspetto finale è necessario eseguire alcune operazioni preliminari. Un saldatore nuovo molto spesso presenta problemi di gocciolamento dello stagno fuso dalla punta. Questo accade perché sulla punta stessa si forma dell'ossido. Per ovviare a questo problema è importante, prima di iniziare ad usarlo, carteggiare bene la punta con un abrasivo grossolano. Anche la sua immersione per pochi attimi in una ciotola contenente del disossidante in pasta può rivelarsi utile. Quest'ultimo dovrà essere sempre spennellato anche nelle parti interessate dall'unione dei due metalli, dopo averle ben pulite e carteggiate. L'ossidazione infatti rende difficile la saldatura dei pezzi che, anche se ben puliti, tendono a riformarla proprio durante questa fase. Una volta effettuata questa operazione è possibile iniziare a scaldare le parti di metallo da unire con la punta del saldatore. Quando sono sufficientemente calde poggiare sopra il filo o la barretta di stagno che, fondendosi rapidamente, andrà a congiungere le due parti. Mantenere fermo il pezzo per alcuni secondi, finché lo stagno non risulterà nuovamente solidificato.



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