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Secondo l'AWS (American Welding Society), la più grande associazione di categoria statunitense che raccoglie sotto di sé migliaia di saldatori, esistono diversi procedimenti di saldatura autorizzati e divisi fra eterogenea e autogena. Con ognuno di essi, avremo diversi risultati, più o meno adatti a certi materiali e certe situazioni. Oltre alla MIG, alla saldatura al plasma, a quella al laser o a resistenza, ad esempio, molto usata è la saldatura TIG. Questo particolare tipo di lavorazione prevede l'utilizzo di una torcia (l'elemento in cui è inserito l'elettrodo di tungsteno) da cui viene emesso il gas di protezione. Il gas viene spinto, grazie a un bocchello in ceramica, sul punto preciso della fusione (detto bagno). Compito del saldatore, a questo punto, è muovere la torcia lungo il giunto (la parte da saldare) affinché l'elettrodo infusibile di tungsteno si sposti e si posizioni a qualche millimetro dal bagno di fusione: abilità ed esperienza servono a garantire che l'elettrodo rimanga stabile e a una distanza costante. Il tungsteno non deve mai entrare in contatto diretto con il pezzo da saldare, altrimenti la bacchetta si attaccherebbe al giunto e interromperebbe la saldatura.
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Come in tutti i lavori specifici e nelle mansioni che richiedono attenzione e precisione, anche quando si esegue una saldatura TIG ci occorre del materiale apposito e di alta qualità. Partiamo da un generatore di corrente e da un torcia che, a sua volta, è composta da elettrodo di tungsteno e bocchello di alimentazione del gas di protezione, da una guaina isolante, un alimentatore elettrico e un supporto all'elettrodo. Per finire, nella strumentazione TIG, troviamo una bombola per il gas di protezione ed, eventualmente, anche una bacchetta di metallo d'apporto. Nella saldatura TIG gli elettrodi sono ormai tutti in tungsteno o in leghe che ne prevedano una grane quantità, questo materiale ha un elevato potere termoelettrico (capacità di emettere elettroni ad altissima temperatura) e resiste bene alle forti temperature prodotte dall'arco di lavorazione. Va ricordato, però, che il tungsteno è un materiale molto fragile e che un semplice colpo può rompere l'elettrodo. I gas usati più comunemente in questo tipo di saldatura sono Argon o Elio, separatamente o in miscela. Utilizzarli con attenzione, soprattutto nelle saldature manuali, garantisce la stabilità dell'arco, con un costo relativamente ridotto.
Come tutte le lavorazioni, la saldatura TIG offre vantaggi e svantaggi. Le note positive sono che l'apporto di materiale nel bagno di saldatura non dipende dalla temperatura di saldatura e che la saldatura TIG può essere automatizzata (molto usata nelle produzioni di tubi). La TIG è indicata, per saldature continue o a punti, con i piccoli spessori di qualunque materiale (2–3 mm) e, per questo, viene considerata bassamente produttiva. Un difetto tipico di questa tecnologia, invece, è che basta che l'arco sfiori il bagno di fusione che, nella saldatura, avremo interruzioni e tracce i tungsteno. Inoltre, in casi simili, l'elettrodo può rompersi e rilasciare nel bagno minuscole schegge a forma di prisma (Ø < 1 mm) di materiale, inneschi fragili nella struttura della saldatura. Nella saldatura TIG, poi, spesso di riscontra una mancanza di protezione che si manifesta come fioriture (o spot) nei limiti dei giunti, difetti antiestetici e non funzionali circolari, dati dall'ossidazione dei vari materiali. La porosità della saldatura, la così detta fusione a cricche o l'interruzione nella linea di saldatura possono essere evitati facilmente, attraverso prove attente sui materiali coinvolti.
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