Alcune più comuni, altre meno consuete nelle nostre case, le varietà di Kalanchoe sono davvero tante. Molte si somigliano, altre si differenziano parecchio dalla Kalanchoe alla quale siamo più abituati. Vediamo le specie principali, quelle comunemente acquistabili in qualsiasi vivaio o negozio di fiori. La varietà di Kalanchoe forse più ricorrente in giardini e abitazioni, grazie alla sua bellezza e facilità di coltivazione, è la Kalanchoe blossfeldiana. E' una deliziosa pianta che limita la sua crescita a circa 30 e regala ricche fioriture in giallo, rosso, arancio e tonalità intermedie. La Kalanchoe uniflora ha belle foglie lucenti, fiori rossi penduli e fioritura estiva. La Kalanchoe thyrsiflora ha le foglie bordate di rosso e fiori gialli profumati. Si discosta un po' dalle varietà finora osservate la Kalanchoe Daigremontiana; la sua particolarità sono le minuscole piantine che spuntano lungo i margini delle foglie lanceolate, triangolari e chiazzate di scuro. Cadendo sul terreno, danno origine con facilità a nuove piante. I fiori sono meno appariscenti di altre varietà e spuntano a fine inverno.
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Pianta di poche pretese, la Kalanchoe cresce bene all'aperto, ma si adatta anche alla vita in appartamento. Le sue esigenze principali sono un buon drenaggio, senza ristagni d'acqua, innaffiature regolari in estate ma non eccessive, e quasi assenti in autunno e inverno. Se la temperatura scende al di sotto dei 10 gradi, il terreno deve essere tenuto asciutto. La temperatura ottimale per la Kalanchoe va dai 10 ai 23 gradi, anche se riesce ad adattarsi a condizioni termiche diverse. Questa pianta non ama il sole diretto in estate, quindi andrebbe protetta nelle ore centrali o sistemata in una posizione di mezz'ombra. I vasi in terracotta, che permettono una buona traspirazione sono i più indicati per le succulente in generale e per la Kalanchoe in particolare. Il terriccio migliore è quello che si utilizza per le cactacee, magari con l'aggiunta di un po' di sabbia per migliorarne ulteriormente il drenaggio. Le concimazioni vanno effettuate in primavera ed estate, ma senza esagerare altrimenti la Kalanchoe perde il suo portamento compatto e soffre. Nessuna concimazione in autunno ed inverno.
La moltiplicazione della Kalanchoe è tutt'altro che difficile. A parte la Kalanchoe Daigremontiana che, come abbiamo visto, semplifica al massimo l'operazione creando piccoli esemplari in miniatura su ciascuna foglia, anche per le altre varietà non è un intervento difficile. La moltiplicazione può avvenire per talea o per seme. Nel primo caso bisogna prelevare rametti della pianta madre lunghi circa 8-10 centimetri, non fioriti e senza boccioli, tagliandoli con un coltello affilato. Si lasciano asciugare 2 giorni e si mettono in terra sciolta per piante grasse mischiata a un po' di sabbia. Se possibile, passarli prima in uno stimolatore radicale per risultati più sicuri. Il vasetto con le talee va coperto con plastica trasparente da aprire quotidianamente per un quarto d'ora, per favorire l'attecchimento senza rischiare marciumi. Quando si intravedono nuove foglioline si può eliminare la plastica e, dopo qualche tempo, trapiantare le novelle piante. I semi vanno interrati leggermente e tenuti in luogo umido e caldo. Anche in questo caso la plastica può servire ad agevolare il germogliamento. Quando sono spuntate, eliminare le piante deboli.
Come tutti gli esserei viventi, anche la Kalanchoe può essere soggetta a malattie e funghi.
I problemi più comuni che la pianta può presentare sono quelli dovuti ad un eccesso di umidità, per cui meglio innaffiare poco che troppo.L'umidità favorisce l'attecchimento dei funghi e il marciume; queste problematiche si riconoscono dalle foglie mollicce o da macchie brune come la ruggine.Un altro tipo di fungo si presenta con macchie necrotiche che poi si trasformano in polvere grigiastra. Per tutte queste situazioni la soluzione è diminuire drasticamente le annaffiature e trattare con un fungicida specifico.Una sostanza bianca e appiccicosa sulla pianta è data dalla cocciniglia, un altro problema piuttosto frequente che colpisce la Kalanchoe; se il problema è allo stato iniziale, si può provare a risolverlo pulendo manualmente le parti colpite con un batuffolo di ovatta imbevuto di alcool, o spruzzando l'intera pianta con acqua e sapone neutro, con successivo risciacquo. Se non sufficiente, anche in questo caso si ricorre ad un antiparassitario specifico.Il nome italianizzato di Kalanchoe diventa Calancola. I primi esemplari di questa pianta furono portati dal Madagascar nel Vecchio Continente da Robert Blossfeld, un commerciante di semi tedesco. Si era verso la fine degli anni '20 del secolo scorso e si trattava della varietà che da Blossfeld ha preso il nome, ovvero la Kalanchoe Blossfekdiana. In Italia è giunta diversi decenni dopo, intorno agli anni '70 per merito di vivaisti olandesi e danesi. La Kalanchoe è anche detta 'pianta del sorriso' e c'è chi ritiene che avere una di queste piantine in casa sia positivo e aiuti il benessere degli abitanti. La Kalanchoe Daigremontiana, la varietà che produce piccole piantine sulle foglie, è da molte persone ritenuta infestante, poiché nelle sue vicinanze altri esemplari uguali si producono spesso in quantità eccessive ed indesiderate. Le foglie di Kalanchoe pinnata, applicate fresche sulle ferite, ne aiutano la cicatrizzazione. Molte varietà di Kalanchoe possono essere riprodotte poggiando una foglia su un substrato di terriccio e sabbia. Anche chi non è un esperto giardiniere può ricavare molte soddisfazioni dalla coltivazione di Kalanchoe.
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