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Le leggi che prevedono l’utilizzo della certificazione energetica sono la direttiva 2002/91/CE e la 2010/31/UE. Secondo queste direttive tutti gli stati membri dell’Unione Europea si devono necessariamente impegnare per la sensibile riduzione del 20% del consumo di energia elettrica primaria per poter combattere al meglio il cambiamento climatico che affligge il pianeta. Per poter valutare al meglio tutti gli impianti presenti all’interno dell’Unione Europea allora si è pensato di introdurre la certificazione energetica, con la quale si vanno a valutare le prestazioni in maniera equa per tutti. Per potersi adeguare, l’Italia ha creato una serie di disposizioni e leggi che mettono in attuazione le normative precedentemente elencate, andando a monitorare i lavori nel campo edilizio in maniera ottimale.
Tutte le certificazioni energetiche che sono state redatte da quando essa è entrata in vigore sono raccolte all’interno di una sorta di banca dati o database in modo che possano essere consultate solamente se si possiedono determinati requisiti. Naturalmente, contenendo dati sensibili, è possibile prendere visione di questa documentazione solamente se vi è un motivo valido, come uno di carattere giuridico. Successivamente, con l’introduzione dell’Ape, il governo italiano ha disposto la creazione di un database centralizzato dove vengano raccolte e gestite tutte le certificazioni, introducendo anche l’obbligatorietà di utilizzo da parte degli enti pubblici e regionali. In questo modo si elimineranno i database posseduti da ogni regione per favorire un sistema centralizzato utilizzato da chi dovesse averne necessità.
L’attestato di prestazione energetica, conosciuto anche con la sigla APE, è quel documento che andrà a prendere il posto della classica certificazione energetica, e la sua validità non supera i 10 anni. Per poter creare questo documento è necessario che una persona abilitata, un certificatore (come detto precedentemente) effettui un sopralluogo per valutare tutte le variabili che determinano l’efficienza energetica. Gli utilizzi di questo documento sono sostanzialmente 4 e sono l’inclusione nel rogito per la vendita di un immobile, nei contratti d’affitto (la cui omissione determina una sanzione che va dai 1.000€ fino a 4.000€), per poter usufruire delle detrazioni fiscali sull’IRPEF e per ottenere gli incentivi statali derivati dalla produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici. Naturalmente vi sono alcuni casi in cui questo documento non è obbligatoriamente richiesto, come per gli immobili adibiti a locale di culto, fabbricati destinati a scopi diversi dall’abitazione, edifici secondari come portici, piscine o legnaie, fabbricati industriali come le serre e fabbricati agricoli privi di riscaldamento o isolati con una superficie minore di 50 mq.
Come detto precedentemente, la redazione dell’attestato o certificazione energetica deve essere fatta nel rispetto delle normative in vigore dal 26 giugno del 2009, che stabiliscono chiaramente tutte le direttive e i modi con cui deve essere creato questo documento. La normativa nazionale stabilita dal governo è in vigore specialmente per tutte quelle regioni che non hanno ancora una legislazione propria e quindi non gestiscono questa tipologia di certificazione. Per redigere questo documento sono necessari dei calcoli che vanno a quantificare in maniera precisa il consumo energetico di un edificio in determinate condizioni climatiche, stabilito dalla zona in cui è ubicato l’edificio stesso. Con la diagnosi energetica quindi si vanno a localizzare tutte le criticità dell’efficienza energetica in modo da poter intervenire con lavori e soluzioni per massimizzare il risparmio energetico. Infine è da citare il fatto che la diagnosi stessa prevede l’utilizzo di dati raccolti sul campo con strumenti di calcolo e sopralluoghi specifici.
La certificazione energetica è un documento che possiede un costo, dal momento che per poterla fare è necessario l’intervento di personale esperto nel settore. Le normative in vigore non impongono una tariffazione minima per il lavoro che porterà a stilare la certificazione stessa, quindi sarà il tecnico abilitato a stabilire la somma di denaro necessaria per pagare i servizi offerti. Generalmente il costo per una certificazione di un appartamento ammonta ad una somma compresa tra i 150€ e i 200€, e viene stabilita in base a determinate variabili, come la posizione e la tipologia dell’immobile in questione. Quindi per gli immobili come ville, case a schiera e uffici o locali commerciali risulterà più costoso stilare l’Ape, dal momento che non si tratta di abitazioni dalle dimensioni definibili normali.
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