Pietra leccese

La pietra leccese, materiale pregiato dalla notte dei tempi

La pietra leccese ha origini antichissime, sia per quanto riguarda la sua formazione geologica che l'uso da parte delle diverse civiltà che si sono succedute nei secoli. Dal punto di vista della sua formazione è una roccia calcarea che viene fatta risalire al Miocene, quindi a un era compresa tra i 17 e i 23 milioni di anni fa. E' una pietra soffice ed è tipica del bacino del Mediterraneo. Diversi sono i giacimenti che si ritrovano in paesi come la Turchia, la Tunisia, Malta, Spagna e nell'area del Libano e della Palestina. In Sicilia invece è conosciuta con il nome di Palazzolo. La sua estrazione avviene di solito in cave, a una profondità che oscilla tra i 50 e 70 metri al di sotto del livello del suolo, ma si può trovare anche in superficie Si estrae in blocchi squadrati e attualmente le zone più operose nella sua produzione sono piccoli distretti nei dintorni di Lecce, Corigliano d'Otranto, Melpignano e Cursi.
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La pietra che ha segnato il Barocco Leccese

La pietra leccese: duttile e friabile La caratteristiche pregiate della pietra leccese sono di natura non solo estetica. Si presenta infatti di un giallo pallido, con una texture omogenea e di grana fine, ma ha il notevole vantaggio che, pur essendo facile da tagliare, con il passare del tempo aumenta in durezza e resistenza. D'altro canto però nel lungo periodo è vulnerabile agli agenti atmosferici e soffre molto gli attacchi da patina biologica. Nel Salento è largamente diffusa, al punto che si può dire che non ci sia costruzione, decorazione, scultura di pregio in cui non abbia un ruolo da protagonista. Il suo utilizzo è stato fondamentale nel dar vita al barocco leccese, il movimento artistico che regnò incontrastato in Puglia dal XVI e XVIII secolo che, come si intuisce dal nome, diede i suoi frutti migliori proprio nella capitale salentina.

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Le tecniche di estrazione

Un magnifico balcone decorato in pietra leccese La diffusione e l'uso protratto nei secoli della pietra leccese è dovuta anche alla facilità di raccolta. Sono moltissime, infatti, anche in superficie, le cave di sfruttamento più o meno grandi sul territorio salentino. Le cave sono quasi tutte a cielo aperto. Le tecniche di estrazione si servono di punteruoli molto lunghi, scalpelli e zeppe o cunei. Dopo la rimozione degli strati più superficiali, di bassa qualità, il blocco di roccia viene intagliato verticalmente grazie all'uso dei punteruoli e degli scalpelli, e viene diviso con le zeppe. Nelle cave sotterranee invece un lunga fessura viene scavata fino alla profondità desiderata, in modo da creare un'apertura a cono o a campana. A quel punto è possibile lavorare esattamente come nelle cave a cielo aperto.


Pietra leccese: Le diverse varietà

Scultura barocca Oggi la pietra leccese viene estratta principalmente nella provincia di Lecce, nei dintorni di Cursi e Melpignano. Come in passato, è disponibile in diverse varietà. Ecco nomi e caratteristiche- Mazzara. A grana grezza con texture eterogenea- Piromafo. Grigioverde, soffice ed eterogenea, usata soprattutto come materiale ignifugo- Cocuzzara. Bianco-grigia, con texture eterogenea- Dura. Grigio-bianca, con texture compatta, usata per i tetti- Bianca. Bianca, fine a texture compatta usata come materiale per opere decorative- Dolce. giallina, usata per le decorazioni degli edifici e per le sculture- Saponara. Grigio-bianca, molto tenera e igroscopica- Gagginara. Giallo pallido, usata per le placcature e per le decorazioni- Nera. Poco apprezzata per il suo colore bruno-grigio



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