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L'intonaco è stato utilizzato fin dalla preistoria e rappresenta una delle più antiche tecniche costruttive. È provato dai ritrovamenti archeologici che i popoli primitivi intonacavano i loro rifugi di canne con il fango, ottenendo strutture più durevoli e protette da intemperie e parassiti. Un tipo di gesso calcinato utilizzato in seguito nelle piramidi dagli egizi è molto simile all'attuale gesso di Parigi e le prime malte a base di calce, sabbia, fibre animali e acqua sono molto simili a quelle utilizzate in tempi attuali. Nella storia dell'architettura greca veniva utilizzata una miscela bianca di alta qualità di calce e stucco, usata per coprire gli esterni dei templi con la tecnica della stuccatura. I soffitti ornamentali in gesso dell'Inghilterra di Enrico VIII sono tutt'ora ammirabili. Il gesso come materiale per le intonacature per pareti e soffitti rimane di uso comune a tutt'oggi, anche se il suo uso ornamentale è diminuito notevolmente. Facilita la pulizia e l'igiene ed è un ritardante nella propagazione del fuoco.
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Fino alla fine del XIX° sec. si usavano intonaci a base di calce, composti da calce, aggregati, fibra ed acqua. La calce si ricavava dal calcare dei gusci di ostriche e conchiglie, l'aggregato dalla sabbia e la fibra da bovini o dal pelo di maiale. In alcuni casi calce e gesso venivano usati in combinazione per le mani di fondo e le finiture sopratuttto nella prima parte del XX° sec. Rispetto alla calce, il gesso aveva una finitura più dura e poteva essere applicato con maggiore rapidità. La versatilità di questo materiale inoltre faceva sì che potesse essere meglio applicato su supporti di diversa natura come pietra, mattoni e graticciati di legno. L'adattabilità di questo intonaco, in grado di fornire superfici resistenti e facili da pulire, lo rendeva idoneo a rivestire pareti piane o curve di qualsiasi costruzione di qualunque dimensione, forma e configurazione. Quest'elemento ha reso il gesso materiale prescelto degli intonaci di quasi tutti gli edifici, almeno fino al 1930.
Il tradizionale intonaco a calce veniva posato dagli stuccatori che mescolavano accuratamente la calce viva con acqua. Il composto come prima reazione liberava calore, ma una volta raffreddato si otteneva il grassello di calce a cui si poteva aggiungere sabbia e fibre. Questa miscela a grana grossa veniva applicata in uno o due strati per costituire lo spessore della parete. Gli strati seguenti costituivano il rinzaffo (la graffiatura che faceva da aggrappante) e il cappotto colorato. L'ultimo strato conteneva una percentuale maggiore di grassello di calce, poco aggregato e nessuna fibra e dava al muro una superficie bianca e liscia. Rispetto agli altri strati, quest'ultimo era molto sottile, di solito meno di 10 mm. Quest'ultima finitura a volte conteneva polvere di marmo, che poteva essere levigata e lucidata con una spatola d'acciaio, oppure quantità dosate di gesso per accelerare il tempo di presa. Se lo stuccatore aggiungeva sabbia, il muro avrebbe mostrato i caratteristici segni circolari della spazzolatura.
Il gesso si può utilizzare non appena mescolato con acqua, rapprende in pochi minuti e si asciuga in due o tre settimane contro i quaranta giorni dell'intonaco a calce. Tradizionalmente non richiedeva un legante fibroso, e costituiva supporti più rigidi ma una volta che l'intonaco asciutto diventa difficile capire la differenza tra l'intonaco a gesso e quello a calce. L'inconveniente dell'intonaco a gesso era la mancanza di idrorepellenza e la sua predisposizione ai danni da umidità. La protezione dall'acqua veniva resa da spazi di aria lasciati nella muratura in modo da impedire il trasferimento dell'umido. Nelle operazioni di restauro occorre interpellare un esperto stuccatore per individuare le caratteristiche del proprio intonaco. È da tenere presente infatti che, fin quando è possibile, è sempre meglio riparare l'intonaco anziché rimuoverlo del tutto, operazione lunga e costosa. Per riparare l'intonaco è sempre necessario ricorrere a professionisti qualificati, dotati di esperienza e strumenti speciali, mentre le piccole riparazioni possono essere effettuate con il fai da te eventualmente con l'assistenza dello stuccatore.
Quando l'intonaco si asciuga diventa relativamente rigido e dovrebbe durare per un tempo indefinitivamente lungo. Tuttavia vi sono condizioni che causano la rottura dell'intonaco, efflorescenze e distacchi. Questi problemi dell'intonaco possono essere causati da complicazioni strutturali, scarsa manodopera, indurimento improprio e umidità. I problemi strutturali possono essere dovuti a sovraccarichi, a vibrazioni, a problemi di fondamenta. Possono creare nel primo caso crepe da sforzo e negli altri crepe orizzontali. Errori iniziali nella costruzione, come angoli deboli, incorniciatura difettosa di porte e finestre possono far passare l'umidità causando rigonfiamenti dell'intonaco. Anche i materiali scadenti ovviamente possono inficiare la resistenza dell'intonaco. Oggi si utilizzano per lo più intonaci premiscelati, composti da leganti, inerti ed additivi nelle proporzioni idonee e semplici da preparare aggiungendo l'acqua e seguendo le indicazioni del produttore. Il dosaggio corretto, la miscelazione dei materiali, gli spessori adeguati, le temperature e la circolazione dell'aria durante la polimerizzazione, sono di vitale importanza per la qualità del risultato finale.
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