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Per coltivare l'ortensia in modo che si sviluppi rapidamente e bene, dobbiamo in primo luogo ricordarci che è una pianta da esterni e necessita, per dare sfoggio di tutto il suo splendore, di abbondante acqua, un buon ricambio d'aria (le temperature troppo afose, sopra i diciotto gradi, rallentano la fioritura e possono addirittura frenarla) e della luce del sole, che però non deve mai essere troppo intensa; è meglio sistemare l'ortensia in un angolo che le fornisca anche ombra in determinate ore del giorno. In casa, dopo la prima fioritura, difficilmente l'ortensia darà altri fiori negli anni successivi, mentre in un terrazzo o un balcone questa pianta si colorerà di splendidi toni pastello ogni primavera, per poi sfiorire nuovamente dopo qualche settimana. L'ortensia si riproduce per talea; il periodo più indicato per potare le piante, generalmente, è l'inverno. Un particolare importante nella coltivazione delle ortensie, sia che avvenga in terrazzo o in giardino, è la scelta del vaso, che dovrà essere particolarmente largo e capiente per non soffocare la crescita delle radici.
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L'ortensia in primavera-estate (ovvero quando le gemme cominciano a fiorire), oltre al contributo d'acqua sempre abbondante necessiterà di concime liquido di rinforzo, altrimenti la fioritura sarà più lenta e difficoltosa. È una pianta che ha particolari necessità di supplemento di potassio; in commercio esistono anche dei concimi granulosi appositamente preparati per le ortensie, ma di solito è il concime liquido a produrre migliori risultati. Volendo, si possono fornire quantità non molto eccessive di concime anche alla fine dell'inverno (tra gennaio e febbraio), affinché la nostra ortensia sia pronta ad affrontare al meglio il momento della fioritura. Proprio la composizione del terreno determina i colori che avranno le ortensie una volta fiorite; se il terreno è acido, le ortensie rosa sfumeranno sull'azzurro, mentre un'ortensia azzurra coltivata in terreno alcalino assumerà una colorazione via via più violacea. Modificando la quantità di alluminio presente nel suolo con una corretta concimazione, le nostre ortensie spazieranno fra moltissime colorazioni assortite, dal blu al rosa intenso, passando per il bianco.
Anche l'ortensia, come tutte le piante, può contrarre delle malattie oppure dei parassiti che occorre saper riconoscere con prontezza, per intervenire prima che possano arrecare danni permanenti. Fra i parassiti più diffusi ci sono i pidocchi delle piante, piccoli acari di colore biancastro, e il ragnetto rosso, dalla colorazione molto più visibile; entrambe queste specie rosicchiano le foglie e gli steli dell'ortensia, causandone l'ingiallimento e rallentando la crescita. Un rischio da non sottovalutare sono anche i minuscoli vermi nematodi, che si annidano fra le radici (o più raramente sulle foglie) e ne causano l'indebolimento e l'avvizzimento precoce. In questi casi, occorrerà trattare le piante infestate con un prodotto antiparassitario; ce ne sono diversi in commercio, e il fiorista saprà consigliarci i più validi. L'ortensia può anche contrarre malattie fungine, fra cui l'oidium (che si presenta con macchie biancastre simili a muffa), la cerospora (che al contrario scurisce le foglie) e l'antracnosi, che attacca foglie e fiori e ha un decorso rapido e, sfortunatamente, molto aggressivo, dagli esiti spesso fatali.
Come abbiamo visto, l'ortensia si presenta in numerose colorazioni e può addirittura cambiare colore nel corso della fioritura, semplicemente alterando la composizione chimica del terreno. Esistono tuttavia diverse varietà di ortensie; la più diffusa, e quella che comunemente viene associata al nome, è l'hydrangea macrophylla. L'hydrangea arborescens invece presenta foglie di spessore inferiore e può raggiungere altezze considerevoli; in questa varietà, proveniente dagli Stati Uniti, i fiori sono quasi sempre di colore biancastro o tendente allo champagne, anche se ne esistono delle varianti rosa. L'hydrangea serrata, originaria del Giappone - come anche un'altra varietà, l'hydrangea aspera - è sicuramente fra le più antiche; nel Sol Levante queste ortensie erano coltivate e selezionate molto prima di arrivare in Europa. Le ortensie giapponesi generalmente hanno fusti più lunghi e i fiori possono formare dei cespugli, come avviene per la macrophylla e l'arborescens, oppure distanziarsi maggiormente gli uni dagli altri. Esistono poi particolari varietà di ortensia adattate a climi particolarmente rigidi e che, per questa ragione, vengono chiamate ortensie di montagna.
L'ortensia, oltre a essere una splendida pianta ornamentale, può essere utilizzata per realizzare delle composizioni floreali di sicuro effetto, specie se la abbineremo alle rose (preferibilmente bianche), al glicine oppure al trillo; giocando abilmente con gli accostamenti di colore, per ottenere dei particolari effetti cromatici, e con un occhio di riguardo anche all'armonia delle forme e delle altezze, potremmo ottenere dei bouquet e delle decorazioni di grande impatto visivo. Ma l'ortensia ha anche numerose proprietà mediche ed omeopatiche; i suoi usi diuretici, antidispeptici e antimalarici erano conosciuti sia agli abitanti del Giappone (sua terra d'origine) che ai nativi americani, i quali utilizzavano sia le foglie che le radici sminuzzate e tritate. Tuttavia, se intendiamo usare rimedi a base di ortensia, rivolgiamoci sempre e solo a erboristerie qualificate e non ricorriamo mai al fai da te, perché l'ortensia è potenzialmente molto tossica in tutte le sue parti, se non trattata in modo opportuno. Nel linguaggio dei fiori l'ortensia rappresenta il primo amore, e può essere utilizzata per una dichiarazione di impegno e serietà nei confronti del partner.
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