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La bioarchitettura è una branca recente dell'architettura che si ispira alla disciplina Baubiologie, che significa letteralmente biologia del costruire. Nata in Germania nel 1976 e diffusasi negli anni seguenti, si basa sull'impatto che le costruzioni hanno sugli esseri viventi e sulla decisione di evitare materiali e sostanze artificiali nocive nell'architettura. In Italia la bioarchitettura si è diffusa a partire dalla metà degli anni Novanta. Settore multidisciplinare, dalla fine degli anni Ottanta ha cercato di riunire diversi approcci, privilegiando sempre la progettazione e la realizzazione di immobili basate sull'impiego di risorse naturali. Inoltre la progettazione e la scelta dei materiali tengono conto di tutti gli aspetti ecologici così da rispettare l'ambiente e al tempo stesso ottenere un buon risparmio energetico e salvaguardare il benessere psicofisico delle persone che vi abitano.
La bioarchitettura si basa su di un sistema edilizio sostenibile ed ecologicamente corretto verso l'ecosistema: le risorse non devono essere sprecate o usate in maniera massiccia e i fenomeni naturali devono integrare le attività umane. L'ambiente e l'edificio devono avere un rapporto equilibrato, tenendo conto dello spirito e delle caratteristiche del luogo. La salvaguardia dell'ecosistema e l'impiego delle risorse naturali si determina attraverso un ampio uso delle fonti rinnovabili per alimentare l'edificio. Allo stesso tempo si abbassano decisamente non solo le emissioni dannose di gas e fumi, ma anche il volume dei rifiuti e delle acque di scarico. Infine gli edifici realizzati usano tecniche di progettazione e materiali (preferibilmente locali) ecocompatibili: in questo modo sono flessibili e riadattabili, potendo cambiare la destinazione d'uso o essere ampliati facilmente.
Il fine principale della bioarchitettura è fare in modo che l'edilizia rispetti le esigenze dell'ambiente. Per questo le abitazioni realizzate secondo queste tecniche vengono definite case passive: sono autosufficienti dal punto di vista energetico, cioè hanno un impatto ambientale zero perché non consumano energia per il riscaldamento. Infatti gli edifici si caratterizzano per un isolamento termico di alto livello (con la contemporanea eliminazione dei ponti termici) e per il fatto che non hanno un impianto di riscaldamento: infatti sfruttano l'energia solare e quella prodotta dalle persone che la abitano e dagli elettrodomestici. Ad esempio si utilizzano i pannelli fotovoltaici, i mini impianti eolici e le pompe di calore geotermiche. Queste soluzioni risultano convenienti dal punto di vista economico nei Paesi del Nord Europa, mentre in quelli del Sud Europa va considerato anche il sistema di raffreddamento dell'edificio durante i mesi estivi.
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