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Nel reparto bulloneria troviamo elementi di molte dimensioni, variabili sia per lunghezza che per diametro, oltre che per passo. Per ognuno di questi elementi esiste un dado o una serie di dadi apposita, oltre ad un accessorio indispensabile che si chiama rondella, anche sedi queste ne esistono molti tipi, ognuno dei quali ha un nome apposito. La combinazione di bullone, dado e rondella, se stretti correttamente, ovverosia senza eccedere nello sforzo e quindi senza danneggiarne la forma, garantiscono una tenuta eccezionale anche su tempi molto lunghi e in presenza di vibrazioni, si impiegano ad esempio nelle automobili che sicuramente sono sottoposte a grossi sforzi. Per ogni esigenza esiste una forma di bullone differente, e soprattutto per scelte di tipo estetico, se ne trovano con teste non appariscenti, ma adatte comunque allo scopo. In ogni caso è buona norma lavorare con i bulloni impiegando attrezzi di buona qualità per non danneggiarli mentre li stringiamo.
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A seconda del tipo di montaggio che decidiamo di affrontare, dobbiamo scegliere un formato di bulloneria adatta allo scopo. Per prima cosa distinguiamo montaggi con una valenza estetica da quelli puramente pratici. In un montaggio che resti a vista, probabilmente dovremmo impiegare bulloni con una testa bassa o ad incasso, magari da stringersi anche a brugola, in modo tale che risultino esteticamente gradevoli e non sporgano più del necessario. Ne esistono stondati, a raso, e ad incasso per ogni esigenza. Se il montaggio è invece soltanto pratico useremo bulloni a testa esagonale, molto comodi perché si possono stringere usando chiavi inglesi. Se il montaggio deve essere provvisorio o regolabile, esistono anche i cosiddetti dadi a farfalla, che si possono stringere facilmente con le dita.
Quando si decide di impiegare della bulloneria, ci sono alcuni accorgimenti necessari o se non altro utili. Per prima cosa dobbiamo considerare il materiale da aggiuntare, se si tratta di metallo non ci sono quasi mai grossi problemi, ma se le giunzioni sono fra legno e metallo o fra parti in legno, ci sono precauzioni da prendere. Per prima cosa si devono utilizzare rondelle di vario tipo che garantiscono una presa meccanicamente stabile ed una tenuta considerevole. Il secondo elemento è che il bullone tende a crepare il legno o a mangiarlo, quindi è sempre bene mettere sotto il dado e sotto la testa del bullone una rondella piuttosto ampia che funga da cuscinetto e consenta una distribuzione delle forze. Ricordiamo comunque sempre che le dimensioni della bulloneria ne determinano la resistenza, e che per carichi di peso considerevole è bene prendere bulloni di grandi dimensioni, che soprattutto se impiegati per attaccare legname, aiutano parecchio nell'evitarne la rottura. In caso è utile anche documentarsi sulle varie forme di rondella, ognuna delle quali è pensata per una applicazione specifica.
Spesso, soprattutto nel bricolage, la bulloneria viene impiegata sul legname. Quando si va ad utilizzare un bullone di qualche tipo su travi e tavole in legno, dobbiamo sempre prepararci ad una serie di piccole operazioni preparatorie, necessarie per poter impiegare un oggetto pensato per il metallo su un materiale differente. Il primo passo da effettuare è la preparazione dei fori passanti che dovranno essere più grandi del bullone, sebbene di poco per garantire un passaggio comodo. Per questa preparazione sarà necessaria una punta a legno da trapano di dimensioni sufficienti. Si deve poi stabilire se è necessario o meno l'uso di rinforzi in metallo, o se sono sufficienti grosse rondelle. Infine e questo è l'elemento più importante dobbiamo pensare che il materiale legno non è fatto per resistere alla pressione imposta dal bullone, e che quindi possono servire anche controdadi per garantire una presa stabile, ovverosia sul dado di chiusura ne viene aggiunto un secondo virgola separato con una rondella se possibile di tipo Grover.
Nel reparto bulloneria troviamo molti tipi di dadi e di rondelle per stringere i nostri pezzi. Per quanto riguarda i dadi se ne trovano semplici a testa esagonale, chiusi sempre a testa esagonale ma con una cupola in plastica o in metallo e che vanno impiegati utilizzando bulloni di lunghezza ben precisa. A fianco dei dadi semplici si trovano i cosiddetti dadi autobloccanti che sono quelli che hanno un piccolo anello di plastica in cima, e che di fatto serve per frenare l'avvitatura, garantendo una maggiore stabilità al bloccaggio. Si trovano anche dadi con la rondella già inclusa sia liscia che sfrangiata. Questi dadi sono comodi perché si bloccano in maniera molto salda. Esistono infine i dadi a farfalla che si possono stringere con le dita. Menzione a parte meritano le borchie, che sono sostanzialmente dadi decorativi e che si impiegano laddove il bloccaggio ha anche una valenza estetica virgola e se ne trovano sia in acciaio brunito, color bronzo, sia in ottone e in varie forme.
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